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Visualizzazione dei post da gennaio, 2021

PLATONE

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  Platone nacque nel 428/427 a.C. in una delle famiglie più importanti di Atene. Fin da subito parve destinato ad un incarico politico di primo piano e per questa ragione iniziò studi filosofici prima presso il filosofo Cratilo, e poi, intorno ai vent’anni, presso Socrate. Nel 404 a.C. collaborò con il regime oligarchico dei Trenta tiranni, guidato da suo zio Crizia, ma rimase deluso dal clima di violenza e repressione che esso instaurò. L’abbandono definitivo di ogni prospettiva di carriera politica avvenne però nel 399 a.C., quando Socrate venne condannato a morte.  L’amarezza e il disgusto per la condanna del maestro, da lui considerata una giustizia imperdonabile, portarono Platone a dedicarsi completamente alla filosofia, con lo scopo di riscrivere le basi della convivenza umana e condurre l’uomo alla giustizia. Lasciata Atene, dopo la morte del maestro, Platone si recò a Megara, poi in Egitto e a Cirene, sulle coste libiche. Da lì si spostò nell’Italia meridionale, prima Taranto

domande platone

  Platone Comprende che i sensi non consentiranno mai di arrivare a un’idea unica e oggettiva del bene, poiché l’esperienza sensibile non è sostenuta da un unico principio di verità, difatti ciò che è valido per me, da una certa circostanza e un certo punto di vista, non potrebbe esserlo per altri.  Per Platone la conoscenza è reminiscenza, cioè l' anima ci permette di indagare e ... ed è in relazione con l'esperienza, che rende possibile la conoscenza.  Esaminando l'argomentazione di Socrate, dove, la conoscenza del bene determina l'essere virtuosi e l'ignoranza l'essere malvagi, si arriva a parlare di "intellettualismo etico": la conoscenza del bene è condizione necessaria e sufficiente per la virtù quindi per fare del bene basta possedere la scienza del bene Platone descrive quella che , con un'immagine emblematica ,chiama la ” seconda navigazione “, che lo ha portato alla scoperta della vera causa delle cose. ... Platone dice di essere partito

Gorgia

  Figlio di Carmantida, nacque intorno al 483 a.C. a Leontini (odierna Lentini, nella provincia di Siracusa), città greca della Sicilia. Fu discepolo del filosofo Empedocle   Morì in Tessaglia, dove soggiornava presso il tiranno Giasone di Fere, intorno al 375 a.C. Tipico dell'oratoria di Gorgia era l'ampio uso di complesse figure retoriche, desunte dal linguaggio poetico ed epico. Inoltre si prendeva gioco di quanti sostenevano di poter insegnare la virtù e vantava di saper tenere un discorso su qualsiasi argomento, come testimoniato anche da Platone. Insieme a Protagora, Prodico e Ippia di Elide, viene tradizionalmente ricordato come uno dei grandi sofisti Gorgia, a differenza di alcuni filosofi di epoca successiva come Platone, ha una buona opinione dell'arte: sostiene che se esistesse l'essere, l'arte sarebbe solo una sua imitazione imperfetta, ma siccome l'essere non esiste, l'artista è un creatore di mondi. Quindi il bravo artista è colui che riesce ad

verifica

 5.  impotenza umana di parlare dell'essere e delle strutture del reale Gorgia quindi distrugge ogni possibile metafisica (cosmologica o teologica) con completa sfiducia nelle possibilità conoscitive della nostra mente. 6. La  retorica  è tradizionalmente intesa come  l'arte  del dire, del parlare, e più specificamente del persuadere con le parole. 7. L'insegnamento del sofista aveva come fine la “sapienza” ma nel senso di rendere gli uomini abili nelle loro faccende, adatti a vivere insieme, capaci di avere la meglio nelle competizioni civili. 12  il metodo socratico costituito da discussioni con i giovani è ben diverso da quello dei sofisti, i quali articolavano dei lunghi discorsi.  Inoltre, i sofisti si ritenevano i detentori del sapere, per questo vennero criticati da Socrate, il quale affermava che loro pretendessero di parlare di tutto, senza possedere una conoscenza approfondita di nulla; inoltre, il motto filosofico di Socrate, passato alla storia era “so di non sa

Portagora

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  Nasce ad Abdera, in Tracia, circa nel 490 a.C. Le principali fonti raccontano che poi a trent'anni cominciò a dedicarsi all'insegnamento sofistico, il che lo portò a viaggiare per tutta la Grecia e a soggiornare più volte ad Atene. Qui entrò in contatto con personalità importanti sia dell'ambito culturale (come Euripide) sia di quello politico, come Pericle.   La filosofia di Protagora è riassumibile in una sua famosa asserzione, divenuta la formula di riferimento dell'intera sofistica: L'uomo è misura (mètron) di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che non sono per ciò che non sono. Con "uomo" (secondo l'interpretazione dell'asserzione fatta da Platone) Protagora intese il singolo individuo e con "cose" gli oggetti percepiti attraverso i sensi. Quindi, molto semplicemente, il sofista voleva dire che la realtà oggettiva appare differente in base agli individui che la interpretano. Secondo Protagora, il filoso