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SOSTANZA E CATEGORIE

 La sostanza è il soggetto ideale, l’individuo concreto ed è anche il soggetto logico a cui vengono riferito i vari predicati e a cui ineriscono le varie proprietà ovvero: LE CATEGORIE: nel loro valore ontologico sono i modi di essere della sostanza, nel loro valore logico sono i modi in cui si predica l’essere. ESSI SONO: sostanza  qualità  quantità  relazione luogo tempo agire patire  lo stato  la situazione  

LA BELLEZZA

 Per Platone,  in modo molto sintetico, ciò che è bello è tutto ciò che offre all'occhio e alla mente armonia, ordine, proporzione L’arte non può essere ricondotta direttamente al bello poiché è un’imitazione della natura che a sua volta è un’imitazione dell’idea, quindi imitazione in imitazione. Per platone L’arte non può essere ricondotta direttamente al bello poiché è un’imitazione della natura che a sua volta è un’imitazione dell’idea, quindi imitazione in imitazione, lei cosa ne pensa?  Cos è per lei la bellezza? La bellezza è soggettiva o ci sono alcuni punti che tutte le persone hanno in comune secondo la sua opinione?  Cos era per lei la bellezza quando era piccola?  Il bello ed il buono per lei vanno di pari passo come pensavano i greci?  Quali sono i caratteri per i quali una cosa/ persona viene considerata bella Al giorno d’oggi tutti si basano sull’aspetto fisico. Quand era giovane anche lei giudicava le persone secondo l’aspetto esteriore?  Vorrebbe dirci la cosa più b

DIO

Colui che causa il movimento dell’universo e assicura quest’ordine perfetto è Dio. Secondo Aristotele, quando si parla di Dio, bisogna pensare a una sostanza immutabile ed eterna. Immobile perché non possiamo dire che dio si muova, perché ciò che si muove lo fa per raggiungere uno scopo, ma Dio nn ha da raggiungere nulla, perché se dovesse raggiungere qualcosa vuol dire che manca di qualcosa e se manca di qual cosa vuol dire che non è Dio. Egli è completo e, proprio per questo, tutte le creature amano lui e tendono verso di lui. Cercano di avvicinarsi a lui, egli, infatti, attrae verso di se tutte le cose, diventando motore per tutte le cose, il primo motore immobile. Dio non è composto di materia perché la materia è potenza, cioè possibilità di divenire, ma Dio non può essere potenza, perché se lo fosse non poterebbe realizzarsi se non grazie a qualcosa che è già in atto. Dio è la causa del movimento. È pensiero di pensiero, vale a dire pensa se stesso, perché se pensasse qualcosa di

ARISTOTELE RIPRENDE L’ESSERE DI PARMENIDE

 Aristotele riprende l'essere di Parmenide Per Aristotele il mondo reale ha consistenza ontologica, ma non può rientrare nella rigida distinzione di essere e non essere come sosteneva Parmenide, ritenuta dallo stagirita troppo sommaria. Esistono infatti diverse categorie di essere: ad esempio possiamo affermare che sia un uomo che un colore esistano, ma il loro "esistere" è differente. Pertanto Aristotele è convinto che ente sia ciò che "Si dice in molti modi" e quindi necessita di una classificazione. Il filosofo ne indica 10 categorie: sostanza, qualità, quantità, rapporto, dove, quando, giacere, avere, agire, patire. Fra queste la più importante è la sostanza, che è un sostrato (hypokèimenon), perché è un ente che ha un autonoma capacità di sussistenza (l'uomo, ad esempio, esiste indipendentemente da altre categorie di enti). Quindi tutte le altre categorie di enti sono definiti accidentes (alla latina), cioè cose che accadono all'ente. Perciò il colo

SILLOGISMO

 La dottrina del sillogismo e la scienza Aristotele studia la teoria del sillogismo, definendolo genericamente un meccanismo grazie al quale, partendo da determinate premesse, si arriva ad una conclusione. Un sillogismo tipico presenta la seguente struttura: Premesse: * Tutti gli uomini sono mortali * Tutti i filosofi sono uomini Conclusione: * Tutti i filosofi sono mortali La parte nominale della conclusione è detto termine maggiore e il suo soggetto termine minore; le premesse in cui essi compaiono sono dette rispettivamente premessa maggiore e minore. Il termine che compare in entrambe le premesse è detto termine medio. Nel nostro caso il termine maggiore è mortali, il termine minore è filosofi, il termine medio uomini; la premessa minore è la 2, la maggiore è la 1. È importante notare che un sillogismo è valido, cioè porta ad una conclusione vera, solo quando entrambe le premesse sono vere. Se la 1 del caso sopracitato fosse stata falsa, ad esempio "Tutti gli uomini sono immor

IL DIVENIRE

Aristotele e il divenire In questo paragrafo esamineremo sommariamente le quattro cause, che Aristotele indica come causa del divenire e i concetti di atto e potenza, che sono fondamentali per spiegare il divenire. Successivamente li riprenderemo per avere una visione più globale della filosofia di Aristotele. Le quattro cause sono: * Causa materiale: la materia di cui è composta la cosa stessa * Causa formale: le caratteristiche morfologiche e funzionali che fanno di un oggetto proprio quell'oggetto e lo distinguono da un altro. Una casa è tale solo se ha la forma di una casa, non lo sarebbe se gli stessi materiali di cui è costituita venissero disposti in un altro modo (ad esempio se venissero usati per fare un ospedale). * Causa motrice: ciò che determina l'inizio del cambiamento; * Causa finale: il fine in vista di cui opera il mutamento. 

ARISTOTELE CRITICA PLATONE

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  Aristotele, allievo di Platone, pur essendo stato suo allievo per ventenni, sostiene una propria linea filosofica, chiamata anche filosofia aristotelica, che lo porterà a criticare il maestro, e questo suo atteggiamento è espresso nella frase "Amicus Plato, sed magis amica veritas".   Innanzi tutto Aristotele critica la ricerca svolta da Platone, che ha cercato il vero essere in un mondo soprasensibile, tentando di spiegare in questo modo il mondo reale, che appariva mutevole e sfuggente perché soggetto al divenire. Aristotele sostiene che il mondo delle idee non è in grado di spiegare il mondo fisico, come invece riteneva Platone, visto che tra le due realtà c'è una frattura (chorismos). Al contrario il divenire, che per il divino costituiva un ostacolo la cui presenza impediva di conoscere scientificamente il mondo reale e di considerarlo come vero essere, per Aristotele è un fenomeno su cui concentrare gli sforzi della ricerca perché solo riuscendo a spiegare il mute